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Monologo per sette voci intorno a Moby Dick

L'INCANTATRICE 

Liberamente tratto dal capolavoro di Melville

Testo corpo e voci: Rosalba Di Girolamo
Musiche originali e sound design: Marco Messina 

Produzione BabaYagaTeatro; durata 70’

(In progress)

Una donna sola in scena: Moby Dick, l’Incantatrice. Perchè a parlare è Lei, la Balena Bianca, che vogliamo femmina come femmina vogliamo la nostra coscienza che Moby Dick incarna. L’incantatrice fa parlare tutti i personaggi - la ciurma di uomini in fuga che compongono l’equipaggio del Pequod - attraverso la bocca della Balena, che da osservatrice silente del più allegorico dei viaggi della Letteratura, ne diventa narratrice. Una polifonia di voci provenienti da un unico corpo si srotola in un ininterrotto flusso di coscienza, che tra racconti di tempeste, monologhi interiori, dialoghi e profezie, segnerà stati d’animo e colpi di scena. Componendo il mosaico della complessità umana.

In scena. Una donna in un lungo soprabito bianco immersa in una rete di corde tese dà voce a queste voci. A centro palco un’alta pedana. A destra in proscenio, tre microfoni dalla graticcia: i tre ufficiali del Pequod. A sinistra la sedia di Achab; accanto, a terra, la fisarmonica del piccolo Pip. Scale di diverse altezze. Disegnati dalle luci: una prua e un albero maestro.  Sulla pedana computer e microfono. Un musicista-fonico, il deus ex machina della messa in scena. 

Un adattamento per voce e musica di uno dei più evocativi romanzi della storia dell’Umanità. Una rilettura del Capolavoro di Melville che è un viaggio dentro noi stessi, e che l’ascolto auricolare rende ancora più intimo. Con un finale inatteso: è stato davvero Ismahel l’unico sopravvissuto alla furia di Moby Dick? E’ tutto come abbiamo sempre creduto che sia? Perché Moby Dick è una grande metafora della vita.

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